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Gennaro Di Micco

Fake news e foto. Perché le creano?

Vari esempi sul perché ci facciamo condizionare più dal testo che da un’immagine

Cosa ci condiziona di più in una foto? La descrizione o l’immagine?

Entrambe. L’una non esclude l’altra ma è il testo a fare da padrona.

Pensiamo che basti uno scatto fotografico per raccontare tutto e invece ci sbagliamo: spesso la descrizione non racconta la realtà dei fatti e in questo caso ci caschiamo.

Ecco, anche questo è marketing: raccontarti con il falso ciò che rappresenta una foto.

Questa è una tecnica che usa spesso chi fa politica, un po’ come le fake news. 

Vi faccio un esempio:

Se io mettessi la foto di un cane con scritto “Gatto mascherato da cane, i passanti ci cascano tanto che sembra vero”, la maggior parte di noi crederemo che il soggetto dell’immagine non è un cane bensì un gatto perché lo dice il testo e non penseremo mai che l’autore possa dire una cazzata (pardon, sciocchezza), ma intanto l’ha fatto.

Adesso vi starete chiedendo “Ok, ma perchè farlo?”

Semplice. Per acchiappare click, per creare engagement. Portare quanti più utenti a far leggere quella notizia così che l’inventore arrivi al suo risultato finale: vendere spazi pubblicitari nella pagine dell’articolo, fare cattiva propaganda su un competitor per mettere in risalto il proprio prodotto oppure, tornando alla politica, ridicolizzare l’avversario.

Di seguito vi riporto vari esempi reali, e il primo è stato creato proprio da me.

Ho voluto testare questo mondo e non mi aspettavo di generare un mostro (nel senso buono del termine).

Esempi:

Elefante in mare

Mi contatta un amico e mi dice che si trova in Calabria. Mentre faceva il bagno nota un particolare alquanto bizzarro: un elefante che si faceva il bagno. Per l’esattezza l’elefante nella foto sopra. Scatta e mi invia l’immagine. Io non desisto dal condividerla sulla mia pagina facebook. Come caption scrivo:

“In Calabria, un piccolo elefante scappa dal circo per un tuffo in mare e sentirsi finalmente libero”.

Questo post in poco tempo arriva a oltre 5mila interazioni e raggiunge più di 1 milione di persone.

Il post non è stato sponsorizzato, ecco le prove:

Vi racconto quello che poi è successo. Oltre a essere stata condivisa da tantissimi utenti, ci sono stati tanti commenti dove ognuno diceva la sua e postava, commentando sotto il mio post, altre foto e video. Ma la notizia ha fatto così clamore che addirittura è arrivata alle testate giornalistiche che le hanno dedicato marciando sul fatto che l’elefante sia scappato dal circo.

Altre prova:

Il messaggero

Il fatto quotidiano

Tgcom24

Quindi la notizia era vera?

No! Cioè, l’elefante stava davvero in Calabria a fare il bagno ma non era scappato da una gabbia.

In pratica ogni anno il circo, per farsi pubblicità, porta alcuni animali sulle spiagge e questo elefantino si era messo comodamente in acqua. Ma sarebbe stato altrettanto condivisa la notizia dicendo questa verità? I giornali avrebbero creato tanti articoli per pubblicizzare uno spettacolo circense?

La notizia era acchiappa click e tutti ne hanno approfittato.

Sta di fatto che dopo 24 ore ho preferito eliminare il post per una serie di motivi che non vi sto a raccontare per non annoiarvi. 

Questo era solo il primo di altri cases studies.

Andiamo avanti con nuovi esempi.

Come vi dicevo prima, alcuni politici marciano sulle fake news:

Susanna Ceccardi ha pensato bene di gettare fango su una manifestazione mondiale sul clima che fa capo a Greta Thunberg. 

Ceccardi ha postato questa foto sul suo profilo Facebook, scrivendo “Gretini vs Leghisti. Trovate le differenze!”

Fake? Esatto.

La foto è stata scattata in via Toledo a Napoli e non a una manifestazione sul clima. La bufala è stata smontata già da bufale.net 

In tanti si sono fidati e ci sono cascati: quando si tratta di politica conviene sempre andarci con i piedi di piombo. Soprattutto perché ultimamente sono tantissime le fake news sugli extracomunitari, ma quella è un’altra storia.

Col prossimo esempio la situazione peggiora:

“Un bambino che dorme tra le tombe dei suoi genitori morti in Siria”

Anche questa si è rivelata una completa messa in scena. Infatti, il bambino conosceva il fotografo e le tombe non appartenevano ai suoi genitori. Nonostante la foto risulti comunque straziante, dimostra ancora una volta che non ti puoi fidare di tutto ciò che vedi online.

Da una storia triste passiamo a una divertente:

Foto virali false che tutti pensavano fossero vere

“Il primo dab della storia

Anche se molti sperano che il primo dab della storia sia stato fotografato nel XX secolo, purtroppo questa foto è in realtà un’immagine dietro le quinte del film Dunkirk, scattata nel 2017.

Prossimo post:

“In giardino ho trovata questa gigantesca ragnatela ghiacciata”

Inutile chiedervi se è vero o meno, ci somiglia, ma si tratta invece di una scultura di ghiaccio esposta allo zoo di Helsinki nel 2011.

Sui social è stata diffusa questa foto dove “Un canguro piange la morte della compagna uccisa da un cacciatore”

Potrebbe sembrare così, ma questa non è una foto di canguri in lutto: il maschio sta sollevando la compagna, non per piangerne la morte ma sta tentando un accoppiamento e vuole difendere la sua conquista dai maschi rivali.

E così abbiamo trovato un lieto fine a questo articolo.

Conclusioni

Quante volte ci siete o pensate di esserci cascati? Non voglio invitarvi a creare false notizie ma a distinguere quelle vere.
Il marketing è anche questo: modificare la realtà con l’intento di vendere.

Io preferisco mettere in risalto il vero valore senza il rischio di farmi crescere il naso come Pinocchio.

Gennaro Di Micco

Web Marketing & Social Media Strategies